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I Disturbi del comportamento alimentare

Cosa sono i DCA

L'alimentazione è uno dei bisogni primari dell’essere umano, a volte però il rapporto con tra la persona e il cibo può essere alterato. Il termine “disturbo del comportamento alimentare” è stato coniato per definire delle condizioni cliniche il cui disagio è caratterizzato da un rapporto alterato con il cibo e con il proprio corpo, tale da compromettere la qualità di vita e le relazioni sociali della persona.

Secondo il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono caratterizzati da un persistente comportamento alterato inerente l'alimentazione che ha come risultato un alterato consumo o assorbimento del cibo che compromette la salute fisica o il funzionamento psico-sociale.

Il nucleo centrale del disagio è riconducibile ad una eccessiva valutazione del peso, del controllo dell’alimentazione e dell’alimentazione.


Quali sono i principali disturbi alimentari

I disturbi del comportamento alimentare insorgono prevalentemente in età preadolescenziale ed adolescenziale. Secondo i dati del ministero della salute, il 10% della popolazione italiana compresa tra i 12 ed 25 anni è affetta da tale psicologia.

La classificazione nosografica prende in considerazione prevalentemente 3 disturbi: l'anoressia, la bulimia e il binge eating o disturbo da alimentazione incontrollata.

L’anoressia è caratterizzata dal rifiuto del cibo da parte della persona e la paura ossessiva di ingrassare; inoltre è presente una restrizione dell’apporto energetico calorico, da un peso minore del minimo normale o atteso, da una intensa paura di aumentare di peso e un disturbo dell’immagine corporea, la quale viene percepita come in sovrappeso.

La Bulimia è una patologia sostenuta da una forte preoccupazione per il peso e le forme del corpo, sul piano comportamentale è caratterizzata da abbuffate ricorrenti seguite in genere da sensazioni spiacevoli come paura di prendere peso, vergogna, senso di colpa e di autosvalutazione per la mancata capacità di autocontrollo; la preoccupazione per l’eccessiva assunzione di cibo e le sensazioni negative che ne conseguono comportano il ricorso a inappropriati metodi di compenso, quali il vomito autoindotto, abuso di lassativi e diuretici, esercizio fisico eccessivo.

Il binge eating è contraddistinto da episodi di appetito incontrollabile e bramosia per il cibo che portano ad iperalimentazione con marcata sensazione di disagio individuale ma, non sono presenti i meccanismi di compenso della bulimia.

Esistono ulteriori quadri psicopatologici che si stanno diffondendo nella popolazione, ma che non sono ancora inseriti nel DSM-5 come: l’ortoressia, l’ossessione di mangiare cibi sani; la vigoressia o anoressia inversa; il binge drinking, l’assunzione di bevande alcoliche in un breve periodo e molte altre.


Quali sono i segnali fisici dei DCA

Spesso può risultare difficile riconoscere la presenza di un disturbo del comportamento alimentare, anche perché alcuni comportamenti vengono emessi in solitudine o in segreto, di conseguenza è necessario tenere a mente alcuni segni fisici, che devono essere monitorati nel tempo.

Nel caso dell’anoressia occorre osservare: una restrizione dietetica ed un eccessivo controllo sulla alimentazione; una perdita del peso corporeo al di sotto dell’85 % di quello atteso; amenorrea; cambiamenti alimentari scatenati da alterazioni del tono dell’umore, isolamento sociale. In particolare è possibile rilevare degli atteggiamenti peculiari nei confronti del cibo come: aumento del consumo di caffè, tè e spezie; raccolta di ricette; abitudini alimentari insolite ed episodiche ingestioni esagerate di cibo.

Per la Bulimia a livello fenomenologico è possibile riscontrare: un abitudine all’abbuffata ed al vomito autoindotto; il segno di Russell, callosità o lesioni sulle nocche o sul dorso della mano prodotte da ripetuti tentativi di indurre il riflesso del vomito per lunghi periodi; fluttuazione di peso da normale a sottopeso a sovrappeso; turbe mestruali; lesioni dentali e carie; petecchie in volto ed edemi.

Infine, nel binge eating è possibile constatare: un aumento del peso corporeo (sovrappeso o obese), difficoltà ad attuare un regime dietetico.


Quali sono i segnali psicologici dei DCA

I segnali psicologici dell’anoressia sono caratterizzati da: una eccessiva valutazione della forma del corpo, del peso ed il loro controllo come indice di valore personale; preoccupazione ed ansia ogni volta che si mangia; depressione; ansia; irritabilità; labilità emotiva; apatia e difficoltà di concentrazione.

Nel caso della bulimia è possibile rilevare: un pensiero continuo verso il cibo e difficoltà di concentrarsi su qualcos'altro, scarse capacità di gestire le emozioni ed comportamento impulsivo.

Infine per il binge eating è possibile osservare: depressione; ansia; disregolazione emotiva ed intolleranza emotiva; dissociazione ed impulsività.


Come aiutare una persona che soffre di disturbi alimentari?

Per aiutare una persona che soffre di disturbi del comportamento alimentare è importante chiedere aiuto a dei professionisti specializzati nel campo della salute mentale.

I trattamenti di elezione per queste problematiche sono gli interventi cognitivi - comportamentali; inoltre è bene consultare un medico ed un nutrizionista per valutare lo stato di salute. Come si può comprendere risulta fondamentale l’intervento in equipe, in modo che la persona sia seguita a 360 gradi e possa recuperare o regolare il rapporto con il cibo.














Child Adolesc Psychiatr Clin N Am. 2018 Apr;27(2):221-228. doi: 10.1016/j.chc.2017.11.011. Epub 2018 Feb 2.

Disturbi della condotta alimentare. Costa E., Loriedo C. 2007

Donini L.M. et al: Manuale per la cura e la prevenzione dei disturbi dell’alimentazione e delle Obesità. SISDCA. 2017

R. Dalle Grave: La terapia Cognitivo Comportamentale Multistep per i disturbi dell’alimentazione. Eclipsi 2015)

Fairburn CG: La terapia Cognitivo Comportamentale dei disturbi dell’alimentazione. Eclipsi 2010

Linee guida del National Institute for Clinical Excellence (NICE 2017) Le linee guida dell’American Psychiatric Association (2006)



 
 
 

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